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Silenzio.

C’è un tempo per fare silenzio.

Lo riconosci in un attimo, scandito dal ritmo di una parola che porta poco più del suo scheletrico segno. Ti sembra, nel dirla, non abbia più peso, rimane leggera nel vuoto prima di incontrare l’orecchio. Arriva il silenzio e la parola si sfilaccia via come fosse perturbazione. Il tempo non l’aiuta, si è fatta ormai asciutta e sterile, non ciba più come quella terra inaridita.

Parola mutata in silenzio. C'è un silenzio che appare come un vuoto, immobile e immenso. Un silenzio dentro e un silenzio insieme. Che poi, ad ascoltarlo meglio questo silenzio, porta un ordine antico, misura la vicinanza tra gli elementi, si improvvisa scultore della comprensione.

Pongo le mani nel silenzio e accolgo la entro e fuori che mi sosta accanto.

Socchiudo gli occhi nel silenzio e intravedo farsi spazio il divenire…

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